L'ABITATO BIZANTINO DI MICOS

La montagna risulta frequentata sin dall'epoca preistorica; la presenza umana su questa cima si intensificò in epoca bizantina, dando luogo ad una sorta di città fortificata: "Micos" o "Vicos" (che in greco significa dirupo) tramandataci dalle fonti. In realtà la stratigrafia archeologica osservata sul monte dimostra una più lunga frequentazione dal periodo bizantino fino quasi al XVI sec., epoca in cui, sempre dalle fonti, sappiamo che il monte veniva esplorato da spedizioni in cerca del fantomatico tesoro o, più concretamente, per i filoni metalliferi che arricchivano i terreni cristallini di base.
Sia sul versante meridionale e cioè dove convergono i sentieri provenienti da Alì e dalla Valle di Fiumedinisi, presso la Porta del Monte, che sul versante settentrionale, dove convergono i sentieri provenienti da Itala, Pezzolo, Altolia e dalla carrozzabile per Piano Margi, esistono ancor oggi imponenti strutture murarie che ostruivano l'accesso al pianoro.
Si tratta di mura di notevole spessore e lunghezza, realizzate con l'impiego di scaglioni di calcare locale, fortemente cementati da una malta bianca di calce idraulica. Tali mura, anche se oggi interrate, conservano un'altezza considerevole.
Sempre in prossimità della Porta del Monte lo spessore supera i tre metri.

Quindi strutture ancor oggi degne di nota che, opportunamente ripulite, apparirebbero nelle loro suggestiva imponenza.

Enigmatico resta, di contro, il significato dei numerosi cumuli di pietrame disordinatamente distribuiti nella parte sud-orientale del pianoro. Nella parte settentrionale della zona a cumuli, esiste un grande vascone di forma rettangolare denominato, per tradizione, La Casa del Re.

Il rivestimento a malta compatta, che ancor oggi si nota, potrebbe far riferire l'uso di questo manufatto a vascone di raccolta per le acque, come più volte indicato nelle antiche cronache.

L'ingresso settentrionale era chiuso da una sorta di bastione che preclude l'accesso al pianoro. A ridosso di questo muro sono evidenti i resti di un ambiente rettangolare le cui strutture, seppur interrate, si conservano per un'altezza di circa un metro.
I terreni circostanti quest'area sono cosparsi di cocci di vario tipo riferibili al periodo bizantino.
Associate a tali reperti, in tempi recenti, sono state anche ritrovate monete e medaglie che ribadiscono la tradizione dell'insediamento intorno al VII°-VIII° secolo d.C. peraltro viene segnalato anche il ritrovamento di qualche monetina del periodo aragonese.